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Proverbi piemontèis/r

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Sapiensa antica dël pòpol piemontèis
Copertin-a

  1. Rabadan = Un gran fracasso.
  2. Rabasté j'ale = "Strascinare le ali", una persona che si muove con fatica.
  3. Rabasté le bròche = "Raccogliere i chiodini", una volta concluse le proprie fatiche l'artigiano raccoglie nella propria cassetta gli attrezzi e tutti i chiodi non utilizzati e se ne va.
  4. Rablé le cuerte = "tirarsi dietro le coperte", malato che si alza dal letto a fatica.
  5. Ragn ëd matin a pòrta sagrin = "Ragno di mattino porta dispiaceri".
  6. Ràir come la brava gent = "Raro come la brava gente". La brava gente è stata sempre considerata rara, come le mosche bianche. Al massimo - asserivano i nostri vecchi - in soccorso ci può venire la nostra famiglia. Al di fuori di questa, meglio non contare sull'aiuto del prossimo. Di qui il significato esplicito di "molto raro".
  7. Ramà 'd seugn = "Colpo di sonno". Con il termine ramà si intende lo scroscio di pioggia, in questo caso sì sottintende un "abbiocco" improvviso che ci colpisce.
  8. Rampigné an sij vèder = "Arrampicarsi sui vetri", provarle tutte per uscire da una situazione impossibile.
  9. Ranabòt = Ranabòt è il girino, un essere non ancora ben definito, proprio come lo è bimbo appena venuto al mondo: un abbozzo dell'adulto che sarà di lì a qualche anno.
  10. Rangé (a quaidun) la pipa che a tira = "aggiustare (a qualcuno) la pipa che tiri": mettere in riga qualcuno, farlo filare dritto).
  11. Rangé 'l bataclan = Sistemare la confusione. Soprattutto un tempo, quando due giovani si innamoravano finivano per creare baccano e confusione attorno, soprattutto tra i parenti desiderosi di sapere se la relazione sarebbe sfociata in un matrimonio. Questa locuzione sta proprio a significare "combinare un matrimonio".
  12. Rangé la boca = "Aggiustare la bocca", quando si mangia qualcosa di particolarmente amabile e dal sapore appagante da lasciare un gusto gradevole sul palato.
  13. Ras-cèt da pissor = "Raschietto da pisciatoio". L'uomo mingherlino, piccolo. L'immagine del pisciatoio rende l'espressione decisamente volgare è indica un tipo magro e al tempo stesso orripilante, brutto a vedersi, proprio come un raschietto usato per pulire un orinatoio.
  14. Rastel ëd la schin-a = "Rastrello della schiena", la spina dorsale. L'immagine del rastrello nasce probabilmente dall'esperienza contadina nello spolpare le colonne vertebrali degli animali, in particolare conigli: la struttura delle vertebre evoca infatti, anche se con buona approssimazione, l'idea dell'attrezzo agricolo.
  15. Rave raviolà, pansa piena-a e mal disnà = "Rape rivoltate, pancia piena e un cattivo mangiare".
  16. Rende frasche për feuje = "Rendere frasche per foglie". In pratica ripagare uno sgarbo con un altro, un'offesa con un'altra offesa possibilmente maggiore e cosi via. Il rapporto è quantitativo, dato che la frasca è il ramo a cui sono attaccate le foglie stesse.
  17. Rësponde ciò për bròca = "Rispondere chiodo per chiodino". Il ciò è un chiodo grande, invece la bròca è un piccolo chiodo. Rispondere chiodo per chiodo piccolo è come rispondere una cosa per un'altra. Pertanto, si dice a colui che non risponde a tono, con pressapochismo e che non tiene conto dei particolari, proprio come chi non sa distinguere un chiodo da un chiodino.
  18. Rësponde cope = "Rispondere coppe". L'origine di questa espressione è legata alle carte napoletane dove esiste per l'appunto il seme di coppe, accompagnato da quello di spade, bastoni e danari. Il seme più importante nella gran parte dei giochi, a partire dalla scopa, è quello di danari, mentre le coppe e le spade sono considerati semi inferiori. Da qui la suggestione dello scadente e del negativo.
  19. Ressié 'd biole = "Segare le betulle". Russare. Il fragore di una sega manuale ci ricorda il russare continuo e proprio per questo calza alla perfezione questo detto rivolto a chi ha il "sonno rumoroso".
  20. Resté al verd = "Restare al verde", restare senza un soldo. Espressione nata nelle case da gioco. Il giocatore che ha perso tutte le sue fiches quando guarda il punto dove teneva il proprio gruzzoletto vede solo il tavolo da gioco, tradizionalmente verde.
  21. Resté an sël pavé = "rimanere sul selciato": perdere il lavoro, oppure rimanere sul lastrico.
  22. Resté an sle còste = "Restare alle costole", non riuscire in nessun modo a sbarazzarsi di qualcuno o di qualcosa.
  23. Resté con na pugnà 'd mosche = "Rimanere con un pugno di mosche", in senso figurato chi resta senza niente, con le mani solo piene di mosche e quindi ancor peggio che vuote, in particolare dopo aver sperato in vista di un guadagno o di un vantaggio.
  24. Resté 'd merda = "!Rimanere di merda". Rimanere di stucco, con il significato di rimanere stupefatti, immobili e imbambolati per lo sbalordimento.
  25. Resté 'nt le còste = "Restare nelle costole", non potersi sbarazzare di qualcosa o vendere qualcosa.
  26. Resté patanù = "Restare nudo", perdere tutto.
  27. Riboteur ëd marca = "Play boy di marca", colui che sa vivere alla grande, è in pratica un "viveur di marca".
  28. Rich a l'é nen chi ch'a possed ma chi ch'a spend = "Non è ricco chi possiede ma chi spende"
  29. Richëssa pòch a val për chi a la dovra mai = "Ricchezza poco vale per chi non l'adopera mai".
  30. Rije coma 'n fricandò = "Ridere come uno spezzatino" (grasso).
  31. Rije 'd tut a l'é da foj = "Ridere di tutto è da sciocchi".
  32. Rije sensa esse content a l'é 'rije ch'a passa nen ij dent = "Ridere senza essere contento è come un ridere che non passa i denti". Una risata forzata.
  33. Rije sensa esse content a l'é un rije ch'a passa nen ij dent = "Ridere senza essere contenti è un ridere che non oltrepassa i denti".
  34. Rije sforsà, come n'artajor quand j'anciove a van an malora = "Riso sforzato, come un pizzicagnolo quando gli vanno male le acciughe".
  35. Risighé 'l pachèt = "Rischiare il pacchetto". Il pacco in questione in senso metaforico nient'altro che è la propria vita. Dunque meglio tenerlo stretto durante il viaggio.
  36. Risparmia a mangé e nen a travajé = "Risparmia a mangiare, non nel lavorare".
  37. Risparmié un pòch ëd greuje = "Risparmiare un po' dì gusci", un piccolo gruzzolo messo da parte. Talmente piccolo che si paragona a gusci di uova o baccelli di legumi che non si possono riutilizzare e quindi si gettano via.
  38. Rivé a l'ora canònica = "Arrivare all'ora canonica". Sono otto i momenti della giornata in cui la Chiesa prescrivere ai propri ministri di pregare in comune. Si parte alle 6 del mattino e si prosegue sino al momento in cui si va a coricarsi. Arrivare in tali orari finisce per scombussolare la vita di chi riceve la visita, pertanto in senso figurato sta per "arrivare ad un'ora beata", solitamente molto molto tardi.
  39. Rivé al cadreghin = "Arrivare al cadreghino". Il "cadreghino" rappresenta la poltrona come simbolo del potere. Arrivarci per la persone ambiziose è un traguardo, quindi anche in senso metaforico significa: raggiungere una posizione importante, di comando.
  40. Rivé al temp dle rave cujìe = "Arrivare al tempo delle rape raccolte": "arrivare troppo tardi, a cose fatte". Come esempio si prende la raccolta delle rape che può avvenire in diversi mesi dell'anno. Chi giunge quando gli ortaggi sono già stati raccolti e sono pronti ad essere consumati.
  41. Rivé con la vitura 'd Negri = "Arrivare con la vettura di Negri". La ditta Negri intorno alla metà dell'Ottocento era commissionaria dei trasporti pubblici fra Torino e Voghera. Le carrozze, trainate da vecchi ronzini, viaggiavano con tutta tranquillità e mai veniva rispettato l'orario. I sistematici ritardi si sono trasformati in questo modo di dire usato soprattutto nei confronti di chi si fa attendere a lungo ad un appuntamento.
  42. Roa dëscàussa = "ruota scalza (senza cerchio di ferro)": persona sprovveduta, senza mezzi adatti.
  43. Roba bon-a e bon mërcà a stan nen ansema = "Roba buona e buon mercato non stanno assieme".
  44. Ròba da ciò = "Roba da chiodi": incredibile!
  45. Ròba dë sfròs = "roba di frodo", roba di contrabbando.
  46. Ròba dla bajòna = "Roba della baiona". Baiona è il nome basco della città francese Bayonne, situata sui Pirenei a pochi chilometri con il confine spagnolo. Divenne famosa per aver dato vita alle prime baionette intorno al 1640 quando, durante i conflitti sporadici che agitavano le campagne francesi. I contadini, a corto di polvere da sparo e proiettili, decisero di immettere i loro lunghi coltelli da caccia nelle canne dei loro moschetti, confezionando delle lance improvvisate che vennero quindi chiamate baionette. Da questo atteggiamento di improvvisazione e precarietà è nato probabilmente il modo di dire che indica merce di poco valore.
  47. Ròba robà a l'ha mai fosonà = "Roba rubata non ha mai reso" veramente.
  48. Roba sgairà a fà bin a gnun = "Roba sprecata non fa bene a nessuno".
  49. Ròba trovà e nen consegnà, a l'é mesa robà = "Roba trovata ee non consegnata è mezza rubata".
  50. Robé a milion: baron; pòch, përzon = "Rubare milioni, barone; pochi, prigione".
  51. Robeje 'l bassin al barbé = "Rubare la bacinella al barbiere". La bacinella per il barbiere è un attrezzo fondamentale per fare la schiuma con cui preparare il cliente alla rasatura. Portargliela via significa togliere un attrezzo importante del suo lavoro. Questo detto viene utilizzato quando viene sottratto a qualcuno qualcosa di veramente essenziale.
  52. Roclò = Cianfrusaglia. Quando venne coniato questo termine era in virtù d' una mantellina a ruota in voga sino nell'Ottocento e lanciata due secoli prima dal duca di Roquelaure, nobile di classe che ebbe notorietà alla corte di Luigi XIV. Visto che però le mode passano, quando il roclò cadde in disuso, il termine divenne sinonimo di cose vecchie e in disuso, cianfrusaglie da anni ormai relegate nel solaio o in cantina. Esse 'n roclò significa, dunque, essere un relitto.
  53. Rogna = Rogna. Con questo termine si indica la scabbia, ma anche la grana in genere. Sovente viene usato per definire i bambini capricciosi e che infastidiscono con il loro pianto.
  54. Rompaciap = "Rompichiappe", un vero seccatore, dunque sempre pronto ad intervenire in maniera inopportuna.
  55. Rompe ij chitarin = Rompere le scatole, importunare.
  56. Rompe la giassa = "Rompere il ghiaccio". Sembra che il detto possa derivare dall'uso dei barcaioli che per avanzare in un braccio di fiume gelato dovevano spezzare il ghiaccio con aste e picconi. In senso metaforico: prendere per primi un'iniziativa che nessun altro osa prendere, anche per quanto riguarda i primi approcci in una relazione d'affari ma soprattutto di amicizia.
  57. Rompe la quarésima = Rompere la quaresima. In modo scherzoso indica la ripresa dell'attività sessuale dopo un periodo di astinenza di molti giorni, identificati in una sorte di quaresima.
  58. Romp-me nen ij ciap = Non rompermi le scatole!
  59. Rompse ij dent ant la toma = "Rompersi i denti nella toma". La toma è un formaggio piuttosto molle, tipico della vallate alpine. Praticamente impossibile rompersi i denti nel masticarla. Chi ci riesce è perché è una persona alquanto imbranata.
  60. Ronfé come un crin = "Russare come un maiale".
  61. Ronfé come un ronchin = "Ronfare come uno zappatore". Sicuramente dopo una giornata di fatica nei campi a dissodare il terreno, uno zappatore quando si mette a letto viene subito raccolto da Morfeo.
  62. Ross com un biro = "rosso come un tacchino": molto rosso. Si riferisce a rossore di persona, compresa la scottatura.
  63. Rudi parèj d'un froj quand ch'a sgariss = "Rude come un catenaccio quando cigola". Sgarì significa strillare, oppure stonare cantando, ma nello specifico ha più il significato di cigola. Fa comprendere che la persona di cui si parla è aspro, ruvido, scontroso.
  64. Ruga = Ruffiano. Epiteto usato per definire il protettore che in gergo è detto anche Gargagna.
  65. Rusé parèj d'un pòver = "Litigare come un povero". Chi non ha da mettere assieme il pranzo con la cena finisce per essere poco propenso al dialogo e talvolta diventa irascibile per un nonnulla. In senso figurato l'espressone significa appunto "essere litigioso".
  66. Rusié 'l cadnass = "Rosicchiare il catenaccio", "scalpitare, mordere il freno". Proprio come chi non vede l'ora di poter agire e cerca di rosicchiare il catenaccio che lo tiene vincolato ai soliti formalismi e consuetudini.
  67. Rusiesse la fricassà = "Rodersi il fegato". Con fricassà si intende la frittura, a base di frattaglie, così come in genere il fritto misto. Ma in gergo è inteso anche il fegato che viene preso a prestito da questa espressione ad indicare una vittima dell'ira, dell'invidia, del rancore e simili. Sentimenti che finiscono per provocare un'eccessiva produzione di bile.