Proverbi piemontèis/o
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O
[modifiché]- Ò càud o frèid: bèive bin ma resté drit = "O caldo o freddo: be re bene ma restare diritti".
- Ò ch'as arleva ò ch'as arlava = "o si rialza o si rilava": chissà cosa farà?. Relativo a tempo meterologico. Quando tende a schiarire, si dice che le nuvole si alzano o rialzano (arlevé), ma potrebbe riprender a piovere (arlavé = rilavare).
- Ò për set o për dissèt = "O per sette o per diciassette". Questa espressione veniva usata un tempo dai piazzisti che per imbonire la gente cercavano di convincere i potenziali acquirenti ad acquistare, ad un prezzo di liquidazione e sottolineando il fatto di volersi sbarazzare della merce a qualunque prezzo, per l'appunto o per sette o per diciassette lire. La locuzione viene usata in senso metaforico per dire "in qualunque modo".
- Ò pijé 'n partì o pijene n'àutr = "O prendere un partito o prenderne un altro".
- Ò tut pra ò tut camp! = "O tutto prato o tutto campo!". Esclamazione usata quando si vuole stimolare l'interlocutore a fare una scelta precisa. Equivale a "deciditi, scegli, o questo a quello".
- Ò bolton o croton = "O bollettone o guardina". Quando la prostituzione era regolamentata e le case di tolleranza dovevano avere regolari autorizzazioni rilasciate dalle questure e dovevano tenere appositi registri in cui indicare le prestazioni di ogni prostituta. Il detto metteva in guardia coloro che praticavano la prostituzione senza autorizzazione. Come dire: o vi procurate la licenza di esercizio o finite in prigione!
- Ò 'd rif o 'd raf = "O di riffa o di raffa". Si usa per indicare un obiettivo da raggiungere a tutti i costi.
- Ògni bissa a l'ha sò velen = Ogni serpe ha il suo veleno.
- Ògni blëssa a spariss, ma 'l bon nòm mai a periss = "Ogni bellezza sparisce, ma il buon nome mai perisce".
- Ògni busca a jë smija na carà 'd fen = "Ogni filo di paglia gli sembra un carro di fieno", si scoraggia facilmente alle piccole difficoltà.
- Ogni caval ch'as para le mosche con soa coa = "Che ogni cavallo si scacci le mosche con la sua coda".
- Ogni còsa a soa stagion = "Ogni cosa a sua stagione", a suo tempo.
- Ògni crava a sò paloch = "Ogni capra al suo palo". Se non la si lega a un palo, occorre rassegnarsi al fatto che vada ad invadere gli appezzamenti dei vicini. Ognuno deve restare al proprio posto: l'ordine e la disciplina sono alla base di una pacifica convivenza.
- Ògni erba as conòss da la smens = "Ogni erba la si conosce dalla semenza".
- Ògni mal fresch a guariss prest = Ogni male fresco guarisce presto.
- Ògni osel sò nì a jë smija pì bel = "Ad ogni uccello il suo nido sembra più bello".
- Ògni pé 'n ël daré a fà andé anans d'un pass = "Ogni pedata nel sedere fa andare avanti di un passo".
- Ògni sumia a trova bej ij sò sumiòt = "Ogni scimmia trova belli i suoi scimmiotti".
- Ògni uss a l'ha sò tabuss = "Ogni uscio ha il suo battacchio": come dire che in ogni casa, in ogni situazione vi sono dei problemi. Nessuno può pensare di non averli e nessuno può pensare che altri non ne abbiano.
- Ògnidun ch'a fasa sò mësté! = "Ognuno faccia il suo mestiere!". Rivolta a chi pretende di insegnare ad altri come agire, quando non è al corrente di come agire correttamente. Come dire: tu fai il tuo mestiere che al mio ci penso io!
- Ognidun, la soa cros a jë smija la pì pesanta = "Ognuno pensa che la sua croce sia la più pesante"
- Oh, costa, si ch'a l'é bela = "Oh, questa, sì che è bella", espressione di meraviglia per definire una situazione, un frangente o una circostanza inattesa, che non si era preventivata.
- Ohmimì! Pòvra fomna! = Povera lei! Povera donna! "Siamo dinnanzi ad un caso sfortunato, è proprio vero. E tu, povera donna, hai ragione di lamentarti. Però, stiamo attenti a non esagerare, a non fare drammi e tragedie".
- Oit come l'ass dël molita = "Unto come l'asse dell'arrotino". Il banco di lavoro dell'arrotino era sempre unto e da qui questo modo di dire che indica una cosa suicida, molto sporca.
- Oit e bësoit = "Unto e bisunto". Si dice di persona sporca che più sporca non si può: è soprattutto riferito a coloro che lavorano in ambienti dove abbondano grasso ed olio come può essere un'officina meccanica.
- Òm da sach e da còrda = "Uomo da sacco e da corda". iI ladro aveva sempre con sé una corda e un sacco: la prima per scavalcare più facilmente le recinzioni, il secondo per metterci la refurtiva. Il riferimento è, dunque, a ladri, furfanti e mascalzoni in genere.
- Òm e pòrch as conòsso dòp mòrt = Uomini e porci si conoscono dopo morti.
- Òm ëd doe cere = "Uomo di due cere". Si dice delle persona doppia che davanti ti dice una cosa e dietro ne fa un'altra. Un doppiogiochista, insomma. Nell'espressione entra in gioco il sostantivo cera = cera.che anche in italiano viene usato talvolta per indicare la faccia. Non a caso si dice: "Hai una brutta o bella cera".
- Ombros come un caval = "Ombroso come un cavallo".
- Óndes ore a son sonà = "Le undici sono suonate". Questa espressione va collegata all'altra Bròd d'òndes ore,.che si riporta all'ora in cui veniva servito ai condannati a morte l'ultimo pasto prima di salire sul patibolo. In senso metaforico, quando suonano le undici la morte è ormai vicina.
- Onestà e gentilëssa a valo 'd pì che la blëssa = "Onestà e gentilezza vangono di più che la bellezza".
- Ongia fàita a cassul = "Unghia fatta a mestolo". Si dice di persona avida e sempre pronta ad arraffare danaro. Tanto avida da avere le unghie che assomigliano a dei mestoli.
- Onze jë stivaj = "Ungere gli stivali". Un tempo in campagna le scarpe e gli stivali si usavano soltanto in occasioni importanti, quali partire per un viaggio. Ungerli per bene significava apprestarsi a partire per un lungo viaggio. Ma metaforicamente, visto che soltanto i ricchi li usavano quotidianamente, significava anche lusingare, adulare.
- Onze le roe = "Ungere le ruote". I perni delle ruote si ungono per fare in modo che vi sia meno attrito e girino più agevolmente. In senso figurato, significa pagare qualche bustarella per ottenere più facilmente il raggiungimento di certi obiettivi.
- Òr a fà òr e poj a fà poj = "Oro fa oro e pidocchi pidocchi".
- Or doblé garantì dal sarajé = Oro sopraffino garantito dal lattoniere... Con doblé si intende il dobletto, ossia una specie di tela di Francia fatta di lino e bambagia: un tessuto di non grande prestigio. Un abbinamento con l'oro ne fa un'imitazione di quest'ultimo senza vanto di carati. L'espressione viene usata, oltre che per indicare l'oro falso, il similoro, tutte quelle cose che vogliono apparire preziose, ma preziose non sono.
- Orate prò me (e për j'àutri s'a na j'é) = "Pregate per me e per gli altri se ce n'è".
- Original gram = "Originale cattivo". Questo epiteto infierisce due volte. La prima tira in ballo la voce original il cui significato differisce da quello usato comunemente oggi. L'etimologia del termine va ricercata infatti nei riferimenti biblici relativi all'atto della disubbidienza, indicata nel peccato originale. Dunque, l'aggettivo si è sostantivato generalizzando le disubbidienze in genere. L'epiteto può essere meglio compreso se si considera il termine nei confronti della richiesta di conformismo che veniva rivolta agli inizi del secolo scorso, la capacità di intravedere orizzonti diversi, "originali", rappresentava un sinonimo di dissidenza da condannare e colpevolizzare
- Orije drite = "Orecchie dritte". Quando si drizzano le orecchie per ascoltare i suoni che arrivano dall'esterno o da un'altra stanza è perché ci troviamo in uno stato di ansia e tensione. Probabilmente stiamo facendo qualcosa all'insaputa degli altri e temiamo di essere colti in flagranza. Oppure vogliamo captare qualcosa che ci interessa in modo particolare.
- Orland furios ch'a massava j'òmini mòrt = "Orlando furioso che uccideva gli uomini morti". Il significato è ammazzasette, in pratica fanfarone, gradasso, sbruffone, smargiasso, spaccone.
- Osel dël malauguri = "Uccello del cattivo augurio". Una persona che porta sventura, ma lo si dice anche di un individuo particolarmente pessimista, sempre propenso a vedere i risvolti negativi di una stituazione. O, ancora persona ritenuta capace di esercitare influssi nefasti.
- Ospidal ch'a fà la carità a la Cesa = "Ospedale che. fa la carità alla Chiesa", quando è il povero ad aiutare il ricco e non viceversa. In pratica l'ospedale finisce per aiutare la chiesa, quando in realtà dovrebbe essere il contrario.
- Òss ëd mòrt = Osso di morto. Si tratta una varietà di pasticcini a base di mandorle, nocciole, zucchero e bianco d'uovo, molto soffici e dalla forma che assomiglia ad ossicini.
- Osterìa dij can = "Osteria dei cani", una pozzanghera d'acqua: in quella, infatti, si abbeverano i cani in mancanza di un mastello pieno dove potersi dissetare.
- Osterìa, osterìa, rovin-a dla famija = "Osteria, osteria, rovina della famiglia".